venerdì 10 luglio 2009

"Porgi l'altra guancia"


Eppure Gesù disse ai suoi discepoli: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro…
(dal Vangelo di Luca 6,27-38)

Anche testi sacri buddisti dicono: Il Beato osservò il comportamento della società e notò come molta infelicità derivasse da malignità e da sciocche offese, fatte soltanto per compiacere la vanità e per orgoglio personale.
E il Buddha disse: " Se un uomo stupidamente mi fa del male, gli restituirò la protezione del mio amore senza risentimento; più male mi viene da lui, più bene andrà da me a lui; la fragranza della bontà torna sempre a me, e l'aria nociva del male va a lui". Uno stupido, sapendo che il Buddha osservava il principio del grande amore, che raccomanda la restituzione del bene per il male ricevuto, andò e lo offese.
Il Buddha rimase silenzioso, sentendo pietà per la sua stoltezza. Quando l'uomo ebbe finito di insultare, il Buddha gli chiese: " Figlio, se un uomo rifiutasse di accettare un dono che gli vien fatto, a chi apparterrebbe esso?" E quello rispose: " In quel caso apparterrebbe all'uomo che lo offriva".
" Figlio mio, disse il Buddha tu mi hai rivolto un linguaggio offensivo, ma io rifiuto di accettare la tua offesa, e ti chiedo di tenerla per te. Non sarà essa per te una fonte di infelicità? Come l'eco appartiene al suono, e l'ombra alla sostanza, così l'infelicità ricadrà senza dubbio su colui che fa il male".
L'offensore non rispose e il Buddha continuò: " Un uomo malvagio che rimprovera un virtuoso è come colui che guarda in alto e sputa contro il cielo; lo sputo non insozza il cielo, ma torna in giù e insozza la sua persona. Il calunniatore è simile a colui che lancia la polvere a un altro, quando il vento è contrario; la polvere non fa altro che tornare su colui che l'aveva lanciata: L'uomo virtuoso non può essere danneggiato, e l'infelicità che l'altro vorrebbe infliggergli ricade su di lui".

Questo non significa che bisogna subire e basta, significa semplicemente che chi "Di spada ferisce, di spada perisce".

E' probabile che chi ha subito, non farà nulla per far scontare qualcosa a chi ci ha fatto del male, ma la cosa sicura è, che prima o poi, tutto torna.
Credo inoltre che sporcarsi le mani con persone stolte che distruggono solo per non soccombere, siano destinate a seppellirsi sotto le loro stesse macerie.
Nella mia vita ho sempre perdonato e messo da parte il rancore, e mai usato come priorità la vendetta, ma mi sono sempre divertito a stare a guardare.

Chi mi conosce da tempo, sa che la mia indole compassionevole, mi ha, al tempo stesso proclamato, come "il tranquillo", ma arriverà il giorno in cui, la verità verrà a galla e le persone che si sono dimostrate ostili nei miei confronti, sconteranno i malefici fatti.
Non sono ne promesse ne tantomeno minacce quelle che sto dicendo, ma semplicemente descrivo in termini chiari ed elementari quelli che sono dei principi fondamentali della nostra vita quotidiana e della filosofia a cui credo; la famosa legge di causa ed effetto avrà modo di dimostrarsi vera e infallibile.

Non serve essere religioso per credere in questa teoria/principio, basta solo credere in quello che siamo. Se nel tuo cuore e nelle tue vene scorre l'infelicità, allora sarai il Giuda che colpirà oggi e domani, ma come racconta la storia, Giuda perirà con il Cristo che ha porto più guance.

Meditate gente, meditate.
Steno

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